San Cataldo

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All’interno del territorio di San Cataldo, nei pressi di Vassallaggi, vi sono testimonianze di insediamenti umani risalenti al VI-V secolo a.C.

L’attuale città ha delle origini molto recenti, infatti fu una baronia, poi comune, fondata dal principe Nicolò Galletti nel 1607, richiedendone il 18 luglio la licenza dal re di Sicilia Filippo III (licenza populandi). La licenza consentiva di edificare e popolare l’antico casale Calironi, sito all’interno della baronia di Fiumesalato. I motivi che spinsero il principe alla richiesta furono di natura politica, in quanto si ottenevano titoli e privilegi e si acquistava il diritto di sedere nel “braccio” militare del Parlamento siciliano. Anche l’aspetto economico certamente rivestì un ruolo non marginale.

Il borgo fu popolato con l’immigrazione dai paesi vicini, come Sutera, Mussomeli, Petralia, e anche da quelli più distanti, come Gangi, Castrogiovanni e Caltanissetta. Così si iniziò a formare il paese. Il borgo prese il nome da san Cataldo, già venerato nella baronia di Gagliano Castelferrato (nell’attuale provincia di Enna), posseduta in passato dalla famiglia Galletti. È possibile che inoltre il principe desiderasse ingraziarsi il re, il quale era devoto al santo, o che desiderasse ricordare il passaggio del santo per quelle terre.

Nel 1623 il paese contava 722 abitanti; nel 1651 erano circa 1.607. Nel 1669, diciotto anni dopo, fonti ecclesiastiche riportano una popolazione di 2.490 abitanti. Nel 1699 si arrivò a 3.066 abitanti. Nel 1921 si contavano 23.486 abitanti.

Nel corso degli anni San Cataldo ha subito parecchi rimaneggiamenti dal punto di vista urbanistico, al punto che oggi appare come una città nuova, nella quale prevalgono costruzioni recenti e pochissime costruzioni possono vantare una discreta valenza storica. Ormai uniche testimonianze culturali del passato sono alcuni edifici di culto, come la chiesa madre e costruzioni signorili nel centro storico.